19/10/07

Marco Corona: Benemerenze di Satana













da Domenico Vaiti: Benemerenze di Satana (Marsilio 1974)

La riduzione a fumetti sarà pubblicata prossimamente sulla rivista Canicola

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> coconino press

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16/10/07

Riccardo Cavallo - Ditlinde Persefone Mendez: Concerto per oggetti trovati e scatole nere (3/3) (1991)


All’una o mai - Promettendo l’ultimo paradiso artificiale all’uscita del lupanare camuffato, dopo micidiali intrugli rosati preparati dal cobra, molte epifanie e flussi di coscienza. Esilio la notte stessa graffita sull’avambraccio, testimoniava la fine della servitù, non così servile. Rincasare per studiare nonché riposare - era troppo perfetto, ancora prematuro, tutti desti si aggiravano nei loro pigiami ospedalieri, per il deprimente corridoio illuminato a giorno, emozioni zero. Tutto troppo normale. Ma bisognava calarsi, loro non dovevano neanche immaginare, poteva anche non succedere. Meglio non premeditare né cabalizzare. Uscire senza curarsi di nulla. Soltanto un volume tascabile, tascabilissime le opere. Possibilità d’incontrare zombies e servi del potere. Passeggiata contemplativa nel cortile bizantino con troppa luce. Suoni sordi dal prosaico cinema d’essai. Telepatia. Incredibilmente perspicace. Asoka protettore, sultanati rovesciati. Non aspettare un secondo di più. Non è necessario. Come si fluisce da codesto internato?- persone normali.
Il ronzio del neon frusta. Che giorno è? Si è forniti del calendario vaticano e del tempo dell’Europa centrale - distruggete i giorni e gli anni, annientate il dentro ed il fuori. Qualcuno nutre già fantasie triviali pronte ad essere sguinzagliate. Notevole. Però sulle scogliere di Megaride nulla può. Perché il posto è indigesto, la città d’origine una malattia mortale, la lingua il regno dei morti, d’una profondità insondabile, forse perché precedentemente bevuto senza ritegno. Il cancello. Meglio risalire. Puttanona. Dov’era finito? fogna.
Occhi maliardi, fiori del veleno, materializzarsi ora e mai. Tantra senza mandala. Così impaziente animato bronzo riaceo, ma dove fluisce? C’era il linoleum, estasiata ma audace. Gli spigoli marmorei trafiggono. Ysolde la madre. Isotta la mamma. Fra interlocutori esistenti, inesistenti e sedicenti, tutti insieme. Oilà un orgasmaccio di quelli giusti, si dissero, come tre moschettieri, senza progetto, psycopompos che conducono le anime per gironi inferi, lourusa, meledia, fontanalba, nasta, gorgolasque, valmasque, besimauda, bric costa rossa. Il torrente Ellero ghiacciato. Il leone morente.
Qualis artifex. Caché par le trop grand glaïeul. A dare un regime di bassa visibilità che sottende l’incomunicabilità d’alcunché quale ens realissimus, da Lezama il fantasma di un laccio nero della grandezza di un pipistrello gigante, che copriva quasi interamente la vulva tremante per il muggito dei tori. Un esperimento sullo sdoppiarsi della voce narrante. Le dualità preiniziali. Preiniziali le dualità. Invisibile il manufatto, senza mandala il tantra, materializzarsi subito. O mai più?
Epilogo: guarda caso, il foglio settantasette. Anno di grazia e dei tamburi. I fantasmi più reali del reale. L’immaginario ancor di più. Nessuno se ne accorse. Ormai si era altrove. Ancora di più. Nulla di questo sarà comunicato, se non per parole e soprattutto omissioni. L’opera è questa.



13/10/07

Riccardo Cavallo - Ditlinde Persefone Mendez: Concerto per oggetti trovati e scatole nere (2/3) (1991)


L’iconografia locale, troppo alpestre. Si chiude la stanca epistola con amore e fellatio, scusa il decadente pennarello ed il faticoso lapis: la mano divenuta rapidamente portatrice di numerosi fantasmi. Questa la maledizione caduta sull’homo sapiens che la femmina generi maschi. C’è già la guerra, oibò. Ann’accis’a’n’at’puorrch! Era tanto un brav’uomo, è volato a iddio, ha trovato la sua isola in paradiso, yuppii, ain’t necessarily soo-ci ho er drago ragà. Er drago invisibbile, Elliott. Facce sognà. Andrò là nella macchia, vi è una plaja e tutt’intorno alberi arbustacei. Ma perché non vieni anche tu qui al sud? In codesto profondo sud così lacerato e borbonico. Mi dirigerò nello sfarzosissimo cavone dove una notte egli aveva caricato una pipa del pleistocene (lui, il drogato della stanza accanto, che per otto mesi dormì teneramente abbracciato con l’ultimo schiavo lampo, ormai si sarà rassegnato, che cazzo ne so, non avendogli più né telegrafato né telefonato). L’una colleziona quadri l’altra falli. Bisogna tentare la fortuna. Qui: un pensiero faticoso. Ciò nondimeno il percorso cognitivo è ivi sconosciuto, confoederatio helvetica, alpi svizzere. Il branco si accampa nella taverna o discoteca aziendale di turno, canta a squarciagola, beve alla bottiglia, all’unisono con il video blasfemo; la serata prosegue trascuratamente, cambierò lingua, pronosticò la locutrice, seguendo un principio d’inerzia e di minor resistenza, livreson a domicil, dal tremilacinquecento a.C., un’iniziativa dell’associazione mugnai di Sanroccocastagnaretta-dove, cosa.
Sull’aria di o vaga ninfa. Fra iridate orchidee e flebili pensieri, a ridosso di pure apparenze era la vita, la vita stessa mollissimamente svaccata e discretamente discinta - sofisticate procedure d’interfaccia fra nulla e nulla, senza fine. Allora scesero piogge d’oro, fra sottili motivazioni teologiche di questo ed altro. Solcato da nubi polverose che salgono in alto trattenendo il tempo un cielo fisso. Tropicale, in queste terme, l’insistenza dell’aria, cui nessuno pensa. Di solida vocazione suicidaria e fermamente omicida l’intera area della provincia: sensibilmente differenziata nelle sue estensioni, in perfetta bestialità d’intenti. I nomi: una festa di fantasmi (numerare distanze è dar loro dei nomi, Tenibre, Queyras, Veil del buc), si dica fin dall’inizio come premessa al deperimento delle misure, del luogo metrico altrimenti chiamato spazio.


(continua)


10/10/07

Riccardo Cavallo - Ditlinde Persefone Mendez: Concerto per oggetti trovati e scatole nere (1/3) (1991)


Le opere erano tascabilissime, donde sterminate godurie - in pochi preziosissimi foglietti quadrati - l’universo circostante d’una scempiaggine drammatica. Vi si imbatté. Titolo: ambrafiction; fine messaggio.
Cesare Pavese la vide, la dea sulle colline; si spaventò moltissimo. Beppe Fenoglio ne scorse l’ombra corposa nel verso degli elisabettiani. Tu la vedesti la dama del lago - per poco non ci lasciasti la pelle, la seconda volta fosti sua per sempre. Vite fatte per imparare e vite fatte per essere vissute. Questa è una vita da vivere. È un universo parallelo. Così assistendo alla genesi dei mostri e contemplandone il luogo informe, in un tempo indeterminato, ci si diletta, fuori dalle illusioni del divenire e delle sue fissazioni. Dal profondo di quale kashmir certe soteriologie fino a qua. Una fanciulla così esile ha trasformato il mondo (in che cosa?): costanza e precisione. Con una mano al testo infinito e l’altra infilata nei collant: quale delle due toccasse una divina vita, forse entrambe. Celebrando dell’Italia il crollo linguistico con atti stilnovistici adorabili - forse era un arcano sortilegio vichingo dal fondo inaccessibile d’una leggenda, ove s’occultavano beni tanto preziosi quanto ignoti, forse anche e magari una delle dark ladies - le linee sono calde. Un bisbiglio dell’arcangelo Raffaele, far ritorno alla spiaggia dove Rimbaud ha messo alle spalle la presunta geopoliticità dell’Europa, con tutti i suoi terrori che corrono sul filo un po’ di qua un po’ di là. C’era figa? Droga?

(continua)



07/10/07

Greta Rosso: Piano cartesiano


Se assi ci fossimo
se solo ci fossimo
incontrati
trovati come da piano
cartesiano
incrociati in un punto

se un postulato fosse stato
a unirci e farci
necessariamente
punto

c'avesse deciso una formula
di dati di ricevuti di ordinati
Insomma
il punto voleva essere:
Se assi ci fossimo
davvero incrociati
e non
solo

un verso ricopiato




01/10/07

Ted Warnell: MNDCTRL



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MNDCNTROL
Source: T. Whid, USA
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Ted Warnell: Electro Convulsive Therapy

Electro Convulsive Therapy
Source: internet
1998 HTML text + image

Ted Warnell lives and works in Canada. His work is represented in publications and exhibitions including Alt-X, Electronic Literature Organization, FILE, Iowa Review Web, Nurotus, Rhizome Artbase, SUNY Electronic Poetry Center, trAce, ubuweb, and others. You can learn more about Ted Warnell at his website: warnell.com, and blogs: codepo() and mo'po

Ted Warnell vive e lavora in Canada. Il suo lavoro è presente in pubblicazioni ed esposizioni tra cui Alt-X, Electronic Literature Organization, FILE, Iowa Review Web, Nurotus, Rhizome Artbase, SUNY Electronic Poetry Center, trAce, ubuweb, and others. Ulteriori informazioni su Ted Warnell sono disponibili sul suo sito: warnell.com, e suoi suoi blog: codepo() e mo'po

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